Giovedì 27 agosto il cortile del Must – Museo storico della città di Lecce (in via degli Ammirati 11) ospita la presentazione di “Sentimentale. Dedicato a Lelio Luttazzi”, nuovo progetto discografico della cantante friulana ma di origini salentine Barbara Errico, prodotto da Koinè, collana editoriale dell’etichetta Dodicilune, con la collaborazione e il sostegno della signora Rossana, moglie del compianto maestro, e della Fondazione Luttazzi. Si tratta dell’ultimo dei sei concerti della terza edizione di “Must in song” che, all’interno di “Lecc’è”, rassegna estiva del Comune di Lecce realizzata dall’assessorato alla Cultura, turismo e spettacolo guidato da Gigi Coclite, è organizzata dal critico musicale Eraldo Martucci, in questo caso in collaborazione con Dodicilune. Parte dell’incasso sarà donato alla “Comunità Emmanuel per il Pronto Soccorso Sociale”.
La poliedrica artista, che spazia dal jazz al blues, dal gospel al cantautorato ricostruirà lo spirito, le sonorità e lo swing del grande Lelio Luttazzi con grande eleganza e personalità, affiancata da un terzetto jazz salentino formato da William Greco al pianoforte, Luca Alemanno al contrabbasso e Giulio Rocca alle percussioni. Il cd contiene dieci brani del compositore triestino (firmati da solo o in collaborazione con altri autori come Leo Chiosso, Jula de Palma, Giulio Scarnicci, Renzo Tarabusi, Mirko Menna, Alberto Zeppieri e Antonio Amurri), già interpretati da grandissimi cantanti del panorama italiano (Quartetto Cetra, Mina, Jula de Palma e molti altri). Completano la track list Love Is Here To Stay di George e Ira Gershwin e Blue Skies di Irving Berlin. Arrangiati da Antonello Vannucchi (piano), Franco Feruglio (contrabbasso, chitarra classica), Lorenzo Hengeller (piano) e Antonio Onorato (chitarra), i brani sono eseguiti nel disco da Claudio Corvini (tromba), Sandro Deidda (sax tenore e clarinetto), Antonio Onorato (chitarra), Saverio Tasca (vibrafono), Quartetto d’archi Pezzè, Massimo Moriconi e Giorgio Rosciglione (contrabbasso), Gianluca Nanni ed Emanuel Donadelli (batteria). La canzone del titolo, “Sentimentale”, fu scritta da Luttazzi nel 1959 appositamente per Nicola Arigliano, e se anche poco più tardi la reinterpretò anche Mina, il primo a renderla famosa fu appunto il grande crooner salentino che proprio allora cominciava a raccogliere i suoi primi successi. Ha fatto parte anche del repertorio di Corrado Lojacono e Marino Barreto jr. Su youtube è disponibile Chi mai sei tu, brano firmato da Luttazzi (“Ogni donna è come una canzone forse banale ma c’è sempre chi ne prova un’emozione particolare chissà perché”, recita il testo) nel quale la Errico duetta con Lorenzo Hengeller, arrangiatore del brano.
Barbara Errico si avvicina alla musica jazz alla fine degli anni ottanta. Innamorata delle grandi interpreti del jazz americano, da alcuni anni sente l’esigenza di rivalutare i grandi autori della musica italiana. Nel 2010 pubblica “Endrigo in Jazz”, progetto discografico sullo straordinario cantautore istriano prodotto da Dodicilune. Dopo un grande successo di critica e di pubblico in Italia e all’estero, grazie a questo progetto nel 2011 la cantante ottiene due importanti riconoscimenti: l’Italian Jazz Awards nella categoria Brand New Act e il piazzamento tra le prime dieci voci jazz italiane nel concorso Jazzit Award, promosso dall’omonima rivista. Dopo aver ascoltato i brani dedicati a Sergio Endrigo, Lelio Luttazzi sentì l’esigenza di esternare la sua soddisfazione inviando una mail alla cantante friulana: “[…] tu rappresenti per me la perfezione insieme ai tuoi musicisti. Brava. Ti auguro una carriera luminosa”. Il destino purtroppo ha voluto che Barbara non conoscesse personalmente il maestro, scomparso improvvisamente nel luglio 2010. Da questo contatto è nata però un preziosa amicizia con la signora Rossana. “Quando Barbara mi ha telefonato per mettermi al corrente del suo prezioso progetto, subito dopo l’inevitabile commozione, ho pensato che a Lelio sarebbe piaciuto”, sottolinea la moglie del maestro. “Mi sono appassionata insieme a lei per far sì che il risultato, come poi è avvenuto, fosse quello che desiderava: un lavoro elegante, raffinato, sofisticato ma anche ironico come sarebbe piaciuto a Lelio. La sua voce luminosa ha saputo cogliere le mille nuances delle melodie e la giusta ironia”.