Nel 1984 Nanni Loy gira la fortunata pellicola con Giancarlo Giannini e Lina Sastri, «Mi manda Picone», sulla storia di un operaio dell’Italsider di Bagnoli che per protesta, alla chiusura della fabbrica, si dà fuoco in tribunale davanti al figlio piccolo e alla moglie. Ancora immersi nel clima “piconiano”, Elvio Porta, autore del film, e Lucio Aiello abbozzano un soggetto immaginando ciò che il figlio Antonio sarebbe diventato da grande, una specie di Peter Pan incapace di assumersi le proprie responsabilità. Dopo la morte di Elvio Porta, nel 2016, Aiello rispolvera i vecchi appunti completando il lavoro rimasto in un file. Antonio, ormai adulto, è perseguitato da oscuri personaggi: in più, il padre entra nella sua coscienza come uno spirito, sdoppiandone la personalità. Risate, suoni, rumori, ricordi di una Napoli che fu e non c’è più.
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