Domenica 16 febbraio (ore 17:00 | ingresso 5 euro | info e prenotazioni 3894755191 – 3277372824) al Nuovo Cinema Paradiso di Melendugno con “Cappuccetto Rosso Kamishibai” di Compagnia TeatroP ed Effimero Meraviglioso (dai 3 anni – tout public), prosegue la seconda edizione di “Germogli”. Fino al 6 aprile, la rassegna di teatro dedicata alle famiglie, nata dalla collaborazione tra Principio Attivo Teatro e Comune di Melendugno, con il sostegno di Ministero della Cultura e Regione Puglia, proporrà spettacoli che spaziano tra ombre, teatro d’attore, danza, narrazione, marionette e send art. Nel terzo appuntamento, Greta Belometti e Giuseppe Ferrise proporranno la storia di Cappuccetto Rosso diretta da Pierpaolo Bonaccurso e Maria Assunta Calvisi. La celebre fiaba rappresenta solo una delle tante avventure narrate: in questa rappresentazione è mostrata, infatti, una versione personale degli eventi, in cui la piccola protagonista e la nonna riescono a salvarsi. Attraverso l’uso di un grande e artigianale Kamishibai, un’antica tecnica di narrazione giapponese arricchita di dettagli e particolari, e della Sand art, viene trasmesso il messaggio dell’importanza di avere fiducia in sé stessi e di non temere eccessivamente ciò che è sconosciuto. Nel pomeriggio di lunedì 17 febbraio lo spettacolo sarà proposto anche nella sala teatrale della Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce per il progetto “Prima persona plurale”, ideato e promosso da Fermenti Lattici APS, con un ampio partenariato pubblico-privato, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
LO SPETTACOLO
C’era una volta un fuoco e attorno al fuoco tante persone. C’erano anziani, adulti e bambini. Un bimbo chiedeva: “Nonno, nonno! Raccontaci una storia”. E il nonno cominciava a narrare: “C’era una volta…”. Attorno al fuoco si raccontavano le vicende della giornata e si passava il tempo inventando storie divertenti o misteriose, spesso custodi di morale. Molte volte capitava che da una storia ne nascesse un’altra cosicché la notte passava raccontandone mille, una intrecciata all’altra, come matriosche. In questo modo i racconti e le storie si tramandavano una generazione dopo l’altra. In quanti modi possiamo raccontare una storia? Quante versioni di una stessa storia possiamo ascoltare? Cosa succede dopo il famoso “E vissero tutti felici e contenti…”? «Lo spettacolo nasce proprio da queste domande. Noi vi mostriamo come sono andate le cose secondo noi, quando Cappuccetto Rosso e la nonna si sono salvate. Servendoci di un grande e artigianalissimo Kamishibai, un’antica forma di narrazione giapponese, arricchita di dettagli e particolari, raccontiamo dell’importanza di avere fiducia in se stessi e non avere troppa paura di ciò che non si conosce», raccontano gli autori. «Sarà un gioco di contaminazioni narrative e stilistiche, perché a trasformarsi non sono solo le storie ma anche i modi di raccontare. Dal racconto giapponese e a quello di tradizione siciliana fino alla moderna sand art. Un omaggio al cantastorie di ogni epoca e provenienza. Pronti per questa avventura?».
IL KAMISHIBAI
Da kami (carta) e shibai (teatro) ovvero “dramma di carta”, è un’antico metodo giapponese di raccontare storie. Nasce nei templi buddisti nel Giappone del XII secolo dove i monaci narravano storie dotate di insegnamenti morali. Conosce un momento di maggior splendore tra gli anni ’20 e ’50 del novecento, quando, con l’avvento del cinema sonoro, i narratori “Benshi” delle sale del muto, non dovendo più dar voce ai protagonisti e commentare le vicende sullo schermo, iniziarono a spostarsi di villaggio in villaggio per raccontare storie ai bambini servendosi proprio di Kamishibai collocati sulle loro biciclette. Il Kamishibai è un teatro d’immagini: una valigetta in legno nella quale vengono inserite delle tavole stampate. Lo spettatore vede l’immagine mentre il narratore legge la storia. L’usanza del kamishibai è stata recentemente rilanciata nelle biblioteche e nelle scuole elementari.
SAND ART
Una recente tecnica di racconto visuale dove le immagini vengono create dal vivo su una tavola luminosa. Mani e dita, come pennelli, creano le immagini di sabbia che, in accordo con la musica, si trasformano continuamente in altri disegni dando vita a una vera e propria danza narrativa.