Prosegue la stagione teatrale del Comune di Lecce, organizzata in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. Da sabato 14 a mercoledì 18 marzo (ingresso 5 euro su prenotazione 0832246517 – teatropaisiello@gmail.com) al Castello Carlo V appuntamento con un interessante fuori abbonamento con Officina Orsi che propone l’installazione teatrale di liquide parole “12parole 7pentimenti” di Rubidori Manshaft con la collaborazione artistica di Paola Tripoli.
Più che uno spettacolo è un esperimento sociale spiazzante e, a volte, esilarante che approda nel Salento dalla Svizzera, come scelta insolita e internazionale all’interno della stagione del Comune. Dal Castello Carlo V partirà il “viaggio” che ogni spettatore/ascoltatore potrà fare munito di IPod e cuffia alla volta di quattro luoghi della città (un bar, una sala d’aspetto, una panchina e un’auto parcheggiata) seguendo una mappa che gli verrà consegnata alla partenza. Un esperimento che Rubidori Manshaft “artista residente” della label svizzera Officina Orsi, ha sviluppato in due anni di peregrinaggio urbano tra città e luoghi diversi in tutta Italia e nella Svizzera Italiana. Quello che ha raccolto sono stralci di dialoghi. Circa 2500 ore di registrazioni rubate, carpite, all’insaputa di ignari protagonisti. Rubidori ha voluto dar senso ad una sua abitudine sviluppata durante viaggi in solitario: l’osservazione della vita e l’attenzione per le vite degli altri, racconti di vicini di tavolo al bar, ristorante, bus, tram, sale d’attesa, aereoporti, taxi, eccetera eccetera. Registrazioni poi stralciate in un montaggio che ha portato, a posteriori, alle scelta dei quattro temi: amore, morte, sesso, denaro. La scelta è giunta solo a posteriori. Dalla costatazione che nelle migliaia di ore di registrazioni raccolte, i tempi portanti del vissuto, si riassumevano prepotentemente su queste scelte. Dal montaggio di tanti piccoli stralci nascono la traccia/tema, la drammaturgia, il racconto tematico. Un ascolto singolo in cuffia, comodo e raccolto. Un ascolto privato, l’ascolto di noi stessi. Un “the end” per ogni traccia (che sarà poi regalato allo spettatore su una chiavetta usb), scritto dall’autrice Roberta Dori Puddu e letto, solo questa volta, da Daria Deflorian, Cinzia Morandi, Monica Piseddu, Yuri Tre Re, Jessica Matteo e Arianna Panizza.
“Il titolo è un gioco che ci siamo permessi”, sottolinea Rubidori Manshaft. “Tra numerologia e tradizione, intesa quest’ultima come trasmissione di memorie, notizie, testimonianze. Il dodici viene considerato il più sacro tra i numeri, insieme al tre e al sette. Il dodici è in stretta relazione con il tre, poiché la sua riduzione equivale a questo numero (12 = 1+2 = 3)”, prosegue l’artista. “Il numero sette esprime la globalità, l’universalità. Considerato fin dall’antichità un simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare. È il numero che fa da tramite fra il noto e l’ignoto, ed è il numero delle intuizioni magiche. Le parole sono quelle che compongono le tracce. Riempiono o svuotano di significati. Uniche o universali. Sono le storie, i pensieri, le emozioni. Il pentimento è un ripensamento in corso d’opera che l’artista mette in atto. Solo l’originale presenta il pentimento. Il processo creativo che passa attraverso il pentimento è uno strumento fondamentale in fase di attribuzione dell’opera. Nessuna copia, nessun falso presenta rifacimenti o pentimenti. Il pentimento”, conclude “è la prova dell’autenticità di un gesto artistico e del gesto di vivere”. L’installazione può ospitare 16 spettatori per turno (durata circa 70 minuti). Questi gli orari 14 marzo (ore 19 e 21.30), 15 marzo (ore 18 e 19.30), dal 16 al 18 marzo (alle 21 e alle 22.30).