Domenica 15 aprile al Teatro Sotterraneo di Spongano, in provincia di Lecce, prosegue la rassegna “Fortezza in opera”, promossa dalla Compagnia Salvatore Della Villa e da Ipogeo Bacile. Dalle 18.30 Asfalto Teatro metterà in scena La condanna, scritto e diretto da Aldo Augieri in scena con Ettore De Matteis e Beatrice Perrone. Parte da Kafka, segue il filo conduttore del mondo e animale e si dirige verso lo zoo che Asfalto Teatro e Il Teatro di Ateneo stanno popolando studio dopo studio. Dopo “Scandalo negli abissi”, in cui i protagonisti erano animali marini, si approda sulla terraferma, a partire dai sotterranei dai quali emerge una coppia di topi girovaghi e la loro “collezione” di rari esemplari: vite animalesche di confine, tra umano e animale, tra primitivo ed evoluto, tra istinto e paranoia, tra senso e sensibilità: confini che emergono dalle storie di Pietro il Rosso, Giorgio lo scarafaggio e Giuseppina la cantante. Storie-numeri di un varietà a dir poco sui generis.
“La condanna è il secondo studio della trilogia Kafkiana. Questa volta siamo entrati nel cuore dell’opera di Kafka, in un punto nascosto, difficile da scovare, siamo nella tana della scrittura, nella tana del teatro, nello sgabuzzino del pensiero, siamo negli anfratti della voce”, spiega il regista. “Nella tana di un indefinibile animale, che parla e si parla addosso, evoca fantasmi, ricuce legami, cerca di montare pezzi di un puzzle, ma lui non e’ un investigatore, non sta cercando di risolvere un mistero, è qualcuno che si è rifugiato, si è nascosto per non essere scoperto. Ma da cosa? Chi è che lo sta inseguendo? Nel primo studio raccontavamo di una battaglia, una battaglia il cui fine sfuggiva, c’era gente che si inseguiva dopo essersi catapultata fuori dal balcone”, prosegue. “Era comunque un campo minato, ovunque trappole, stratagemmi, lampadari che salivano e scendevano. Ora dove siamo? Dove ci sta portando questa indagine, questa caccia, questa ricerca? Nel cuore dell’opera di Kafka si è nascosto un animale misterioso, sulla sua testa pende una condanna, la condanna a vagare nel deserto, a scomparire, a non essere più incluso nel branco insieme agli altri, a non essere più nessuno. È inutile fuggire, la condanna lo viene a trovare e senza bussare apre la porta facendo scricchiolare le ossa. Anche questa volta abbiamo montato racconti e frammenti a ritmo vertiginoso, c’è un filo sottile che collega alcuni racconti: la Metamorfosi, la Tana, la Condanna, Bimbi sulla via maestra e il frammento intitolato Di notte, c’è sempre da interrompere il racconto e perdersi in qualche viuzza secondaria”.
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