Dopo il grande successo della personale di Michelangelo Pistoletto che nell’estate 2015 ha coinvolto oltre 35mila visitatori, dal 28 maggio al 2 ottobre le sale del Castello di Gallipoli, in provincia di Lecce, ospiteranno la mostra “La prima Aurora” di Simone Cerio. Il reporter ha realizzato per Emergency un progetto fotografico composto da venticinque storie di migranti sbarcati sulle coste siciliane. Un viaggio tra oggetti recuperati, portati da Paesi lontani, abbandonati per strada e reinterpretati che offrono al visitatore la possibilità di un’approfondita riflessione sulla condizione di migrante. L’inaugurazione si terrà sabato 28 maggio (ore 11) alla presenza dell’autore e di Gino Strada, presidente e fondatore di Emergency, invitato nella città jonica per ritirare il Premio Barocco (cerimonia prevista per venerdì 27). Il Castello, aperto al pubblico dall’estate 2014 dopo anni di chiusura e incuria e da poche settimane diventato di proprietà del Comune di Gallipoli grazie all’impegno dell’amministrazione comunale nella persona del Commissario straordinario Guido Aprea, è gestito dall’agenzia di comunicazione Orione con la direzione artistica dell’architetto Raffaela Zizzari e il coordinamento di Luigi Orione Amato.
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«La mia famiglia è stata perseguitata per motivi politici e io sono stato costretto a lasciare tutto. Mi sono portato dietro solo ricordi, queste fotografie sul cellulare: i miei amici, la squadra di calcio in cui giocavo, mille selfie, i tramonti, la mia ragazza. E poi c’è questa foto. È venuta bene vero? L’ho fatta con lo zoom». Gli occhi di Ibrahim luccicano mentre mostra la fotografia dei gommoni finalmente tratti in salvo. È arrivato in Sicilia dall’Eritrea e, nel Centro di prima accoglienza Umberto I di Siracusa, aspetta di capire se potrà rimanere in Italia. Tutta la sua vita fino a quel momento è nel cellulare che mostra fiero al medico di Emergency che lo sta visitando. Il progetto “La prima Aurora” nasce dal desiderio di raccontare la storia di Ibrahim e dei migranti che arrivano sulle coste italiane. Sbarcano nei porti prostrati dal viaggio, senza forze, e si accalcano sulla banchina in attesa di capire che cosa succederà. Pochi sanno da dove vengono, che cosa cercano e chi sono. Simone Cerio ha visitato i luoghi di sbarco e di prima accoglienza dove Emergency lavora. Dall’incontro con i migranti è nato un ritratto corale da cui emergono racconti e oggetti legati al viaggio attraverso il deserto, alla traversata in mare e all’arrivo in Sicilia: lettere e fotografie, piccoli gioielli o ricordi di famiglia, un giocattolo trovato per strada, un paio di scarpe, un orologio da bambino. Oggetti trovati nella spazzatura o regalati dai passanti, ma capaci di colmare tempo e memoria, piccole ancore di salvezza per i momenti difficili. In attesa di mettere radici. «La Prima Aurora – sottolinea Cerio – è un corpo di fotografie “ritagliate” dal contesto in cui il soggetto è inserito che sposta l’attenzione dalla drammaticità dell’evento alla persona come essere unico ed esclusivo, scevro di qualsiasi caratterizzante, come lo spazio che ne identifica la condizione attuale. Gli oggetti, per lo più trovati nel luogo di transito, diventano simboli della dignità quotidiana che questi protagonisti tentano di recuperare, una volta chiusa la fase di separazione dalla propria terra».
Classe 1983, Simone Cerio è un reporter italiano specializzato in fotogiornalismo e linguaggi multimediali. Dal 2011 al 2013 viaggia in diversi paesi tra cui Usa, Grecia, Albania e Russia per realizzare reportage, tra cui quello sui giovani anti-Putin durante le elezioni presidenziali. Espone a Vienna “N.D.R.”, un lavoro dedicato alla lotta alla ‘ndrangheta, la mafia calabrese, realizzato con il supporto del Museo della ndrangheta di Reggio Calabria. Nel 2014, completa un assignment in Afghanistan, in collaborazione con Emergency, esposto in tutta Italia, per illustrare la storia del primo medico italiano a terminare i suoi studi in un territorio di guerra. Vincitore del Perugia Social Photo Fest 2014 e nella categoria Ong del Festival della Fotografia Etica di Lodi. È docente di “Metodo e linguaggi fotografici” per Mood Photography, un centro studi di fotografia, che mira a promuovere nuove forme di comunicazione a livello nazionale. Collabora con importanti riviste nazionali ed internazionali come Vanity Fair, Il Corriere della Sera, Donna Moderna, Gioia, Alibi, Rogue, Russia Behind the Headlines, Shutr, His Life China, Internazionale, D La Repubblica, Panorama.
Nel corso dell’estate, le sale del Castello ospiteranno anche la mostra collaterale “Heroes” a cura di Renzo Buttazzo e LRJLB[[]] Lara Bobbio che coinvolgerà numerosi artisti pugliesi con seminari, atti performativi e workshop.
Orari dal 28 maggio, giugno e settembre dalle 10.00 alle 21.00; luglio e agosto dalle 10.00 alle 24.00. Aperto tutti i giorni
*Ingresso Intero 5 euro – Ridotto 3 euro (6-14 anni, oltre 65 anni, scolaresche, diversamente abili e relativi accompagnatori, gruppi superiori a 20 unità, residenti)
Pacchetto speciale per famiglie con bambini.
*Visita guidata di gruppo su prenotazione (in italiano, inglese o francese)
– solo mostra: gruppi € 80,00 + ticket d’ingresso; scuole € 60,00 + ticket d’ingresso
– mostra + castello: gruppi € 100,00 + ticket d’ingresso; scuole € 80,00 + ticket d’ingresso