Mercoledì 13 agosto l’ottava edizione del Sud Est Indipendente si chiude in Piazza Libertini a Lecce con il concerto del cantautore romano Alessandro Mannarino per una tappa del tour che l’artista sta portando sui palchi d’Italia per promuovere il suo nuovo album “Al Monte”.
Dopo il racconto di una ribellione sgangherata, quella dell’osteria e del vino (con l’album d’esordio “Bar della Rabbia”) e dopo il ritratto della metropoli e della strada dove i personaggi che ce la fanno sono pochi e il ruolo della donna è centrale (con l’album “Supersantos”), con “Al Monte” (Leave srl/Universal) Mannarino affronta un nuovo viaggio dove l’uomo è ancora una volta al centro. «Al Monte ci vanno i Santi e i Briganti, i rivoluzionari e gli asceti. È un luogo sicuro, perché libero da recinti e da bandiere, da costruzioni e campi ordinati, e di notte ci si può nascondere da ciò che non è umano». Da poche settimane è in radio “Malamor”, secondo singolo estratto dall’album. Il brano è un viaggio per rapide scene che diventano proverbi in musica e portano l’eroe protagonista della canzone in una caserma “a risolvere la miseria in una divisa militare, e un ringhio da cinghiale”. Oltre 40.000 copie vendute con i due album precedenti, “Bar della rabbia” (2008) e “Supersantos” (2011). Premio Gaber e Premio Siae come miglior artista emergente, Mannarino ha collezionato due partecipazioni al Concertone del Primo Maggio e un tour negli Stati Uniti e in Canada (Hit Week Festival insieme a Subsonica e Negrita). Inoltre è autore dell’arrangiamento della sigla di Ballarò e della colonna sonora del film di Rolando Ravello “Tutti contro Tutti”, vincitrice al Magna Grecia Film Festival.
«Dopo l’esperienza di “Corde”, dove avevo ridotto alla sola chitarra gli arrangiamenti delle canzoni per cercare di arrivare allo scheletro, all’essenza di ogni brano, con “Al Monte Live” ho invece voluto una band che mi permettesse di riprodurre tutti i suoni dell’ultimo album: fiati, archi, percussioni, chitarre… per ricreare un’atmosfera densa e ricca», sottolinea il cantautore romano. «In questo live ho cercato di sviluppare due dimensioni: una è quella che vede lo spettatore sognante-passivo assistere ad una esperienza quasi onirica messa in scena sul palco dai personaggi che fanno parte del racconto. L’altra è quella dello spettatore attore-attivo che ballando e cantando vive un’esperienza coreutica, dove cerchiamo di trasportare la dimensione onirica dentro alla realtà, in una sorta di atto sociale e teatrale. I brani dell’ultimo album sono sbriciolati all’interno dello show che vuole essere un concerto teatrale-ballabile; la narrazione in musica, parole e immagini di una storia che ha come protagonista una donna», prosegue Mannarino. «Al centro c’è il suo viaggio e la sua personale battaglia contro l’impero, quello più becero dove gli uomini non sono più uomini, e in cui il sogno è la dimensione in cui tutto accade. Sul palco metto in scena l’avventura, la guerra onirica di questa donna che ce la deve fare e che ce la fa, salvando se stessa. Ed è solo quando si salva che (ri)trova l’uomo ed è in quel preciso momento che tutto può (ri)cominciare. Ogni dettaglio dello spettacolo, di cui ho voluto curare regia e arrangiamenti, è pensato per cercare di trasportare il pubblico dentro ad un’atmosfera onirica, sempre in bilico tra sogno, incubo e realtà, dove si incontrano personaggi fantastici ma autentici, mostri, eroi, vittime e carnefici e dove, attraverso il canto e il ballo, alla fine ci si salva tutti».