Il grande rock italiano fa tappa al Dopolavoro domenica 6 aprile. Le Luci della Centrale Elettrica, freschi di stampa con il nuovo album “Costellazioni” (La Tempesta), già secondo posto di vendite nella classifica Fimi/Gfk, arrivano a Brindisi per l’unica data pugliese del tour nazionale, organizzata da Dopolavoro e TT Events. Sul palco insieme a Vasco Brondi suonano Ettore Bianconi (elettronica e moog), Sebastiano De Gennaro (percussioni), Andrea Faccioli (chitarre elettriche e chitarre acustiche) e Daniela Savoldi (violoncello). Prima del live, dj set a cura di Serpentine.
La band torna al suo pubblico come un’orchestrina spaziale, con percussioni e beat elettronici, chitarre distorte e violoncello, moog e pianoforte. Suoni organici e suoni elettronici. Il palco si trasforma in un bar che si trova tra la via Emilia e la via Lattea dove protagoniste saranno le storie provinciali e spaziali “raccontate, cantate e gridate”.
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Registrato tra Ferrara, Bassano del Grappa e Milano, e anticipato dal brano I destini generali, “una canzone liberatoria”, dice Brondi “una specie di inno, un festeggiamento senza senso che mi sembra di buon augurio”, anche per questo nuovo lavoro, dopo le collaborazioni con Gipi (per Canzoni da spiaggia deturpata) e Andrea Bruno (per Per ora noi la chiameremo felicità), la realizzazione dell’artwork è stata affidata a un grande artista visuale come Gianluigi Toccafondola.
“Mi sono accorto che è un disco con canzoni piene di futuro – scrive Vasco Brondi sui suoi canali social – proprio adesso che questa parola ha quasi una connotazione negativa. Sono piene di illusioni e di storie che finiscono bene, che finiscono male o che non finiscono mai. Pensavo le luci centrale elettrica come delle costellazioni, qualcosa che rischiari l’orizzonte e questi tempi. Pensavo alle canzoni come a delle storie luminose tenute assieme da un disegno geometrico e insensato, come succede alle stelle nelle costellazioni. Volevo più che altro che queste piccole storie provinciali e spaziali in qualche modo risplendessero”.
Le quindici canzoni di “Costellazioni”, dichiara Brindi, sono “allegre e disperate, provinciali e spaziali. Non c’è una canzone che rappresenti tutte le altre, ogni canzone si difende da sola. C’è un punk sentimentale, un blues del Delta del Po, una guerra lampo pop. Quindici canzoni luminose, una costellazione di quindici stelle, ognuna con la sua storia, i suoi paesaggi e la sua direzione”.