Una festa patronale mai vista con un inedito Vinicio Capossela, che con la Banda della Posta, scoperta a Calitri, nella sua Irpinia, e portata sul palco del Primo Maggio a Roma, il 15 agosto arriva in Puglia, terra di bande e tradizioni, per un concerto unico nella cassa armonica allestita in piazza Plebiscito, a Ceglie Messapica, tra lo sfavillio di luminarie scenografiche.
Il repertorio del concerto, un appuntamento firmato Ghironda Summer Festival, comprende i classici da sposalizio anni Cinquanta registrati dalla banda nel disco Primo ballo, vale a dire una selezione di brani di Capossela riarrangiati con ritmi danzanti, alcuni omaggi a cantanti da emigrazione ferroviaria come Salvatore Adamo, Rocco Granata e Adriano Celentano, un successo del barese Gino Latilla, Un filo di speranza, pezzi provenienti dalla tradizione rurale locale e del cantore di Apricena, Matteo Salvatore, oltre ad esotismi western mariachi, per un concerto che unisce senso della frontiera e musica da ballo.
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Capossela, vestito a festa, è a volte cerimoniere, istigatore di ballo, cantante in piedi all’asta del microfono e, soprattutto, «caporeparto» della Banda della Posta in questo viaggio a ritroso nel tempo alla riscoperta di riti e paesaggi sonori a rischio estinzione.
«Lo sposalizio – racconta lo stesso Capossela – è stato il corpo e il pane della comunità, il suo mattone fondante. Veniva consumato con il cibo e con la musica. E questa musica che accompagnava il rito era musica umile, da ballo, adatta ad alleggerire le cannazze di maccheroni e a “sponzare” le camicie bianche, che finivano madide e inzuppate, come i cristiani che le indossavano. Un repertorio di mazurke, polke, valzer, passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot, che era in fondo comune nell’Italia degli anni ‘50 e ’60 e che si è codificato come una specie di classico del genere in un periodo nel quale lo “sposalizio” è stata la principale occasione di musica, incontro e ballo».