Venerdì 6 agosto alle 22 (posti esauriti) l’atrio del Castello di Tutino a Tricase ospita l’ultimo appuntamento di “Canti e incanti”, rassegna, ideata e curata da Tarantarte, con il sostegno di Regione Puglia e Teatro Pubblico Pugliese (“Programmazione Custodiamo la cultura in Puglia” – Fondo Speciale per la Cultura e Patrimonio Culturale L.R. 40 art. 15 comma 3 – Investiamo nel vostro futuro) e della Fondazione Puglia. Dopo Rachele Andrioli, Luca Buccarella e Massimiliano De Marco, Redi Hasa e Rocco Nigro e “Canti e incanti” della Compagnia Tarantarte, la rassegna si concluderà con lo spettacolo di musica e danza “Kore Ensemble” con la danzatrice e coreografa Maristella Martella, la cantante Cinzia Marzo, voce e anima degli Officina Zoé, Silvia Gallone, organetto, voce, tamburi a cornice, ed Eufemia Mascolo, contrabbasso, campane tibetane. Esiste un paese dove la danza e la musica fanno miracoli. Questa terra è il Salento, nella regione Puglia, nell’estremo sud/est d’Italia, dove da secoli risuonano i tamburi e le voci di donne. Canti d’amore, di lavoro e di guarigione, che raccontano i miti antichi e ancestrali, di amori impossibili, che accompagnano il duro lavoro nei campi di tabacco, dove si nasconde il pericolo del morso della tarantola. Il Salento è la terra del Tarantismo: il rito di guarigione dal morso di questo ragno, che unisce la danza, la musica, la transe, la possessione e la devozione cristiana. Per far guarire le donne punte dal ragno, sono chiamati i musicisti/guaritori che cercano durante il rito domiciliare il ritmo giusto per la donna, che l’aiuti a entrare in transe, favorendo l’espulsione del veleno, e conducendola infine alla guarigione. Questo ritmo, questa danza vorticosa, che è allora l’antidoto alla puntura del ragno, è diventata oggi un rimedio per le angosce del mondo moderno. La musica è la cura dell’anima. L’ensemble Kore unisce le esperienze artistiche di donne che nella musica e nella danza hanno contribuito ad approfondirne lo studio e a fare opera di trasposizione, trasfigurazione e rielaborazione del rito, della musica e della danza salentina. Storie di terra e di lavoro, di miti e archetipi, di approdi e partenze, ci restituiranno un’immagine della Puglia appassionante e tradizionale ma anche contraddittoria e attuale, aperta al confronto con le altre culture. Prima dello spettacolo, dalle 20, sarà possibile cenare nel bar/ristorante del Castello.