Domenica 9 agosto a Castro il cantautore Vinicio Capossela sarà tra i protagonisti della quattordicesima edizione del SEI festival, in collaborazione con “Approdi Sonori”, rassegna promossa dal Comune di Castro. Dopo aver affrontato il lockdown con il format web #SeiACasa, il Festival pugliese ideato, prodotto e promosso da Coolclub, con la direzione artistica di Cesare Liaci, sostenuto dal Fus del Mibact, dalla Regione Puglia e da altri partner pubblici e privati, proporrà una ricca stagione estiva con, tra gli altri ospiti, Giovanni Truppi, Giardini di Mirò, Napoli Segreta, Beatrice Antolini, Erica Mou, Inude, Les contes d’Alfonsina. Il Festival è realizzato in collaborazione con Vini Garofano, Vestas Travel e Agenzia Tecnocasa Lecce – Via Taranto. Media Partner: Radio Wau, Radio Sonar, RKO, Le Rane e Sei tutto l’indie di cui ho bisogno.
Sul Molo di Castro (ore 21:30 – a breve info dettagliate su costi e biglietti) Vinicio Capossela proporrà “Pandemonium. Narrazioni, piano, voce e strumenti pandemoniali”. Un concerto narrativo con canzoni messe a nudo, scelte liberamente in un repertorio che questo anno compie trent’anni dalla data di pubblicazione del primo disco “All’una e trentacinque circa” (1990). In Puglia, Pandemonium sarà anche alla Masseria LamaBalice di Bitonto (7 agosto – Luce Music Festival) e Parco Archeologico di Egnazia a Fasano (8 agosto – Locus Festival).
Da Pan, tutto, e demonio, dunque tutto demonio, in opposizione a pan theos, tutto Dio. Dunque un concertato per tutti i demoni, accompagnato da un insieme di strumenti musicali che insieme evocano il Pandemonium, mitico strumento gigantesco, del tipo dell’organo da fiera, completamente costruito in metallo, pare dai sudditi del re Laurino, nel regno sotterraneo abitato da esseri di piccola statura in grande confidenza con l’estrazione mineraria. Questa origine ctonia conferirebbe un tono grave allo strumento, che tiene a bassa quota lo spirito relegando ritmi e armonie a una dimensione infera, primitiva, che non riesce a elevarsi al cielo, ma sembra sprofondare nella terra, a tiro del fuoco perenne, in un rimestamento che è lavorio della memoria continuamente sollecitata al fuoco bianco. Pandemonium è anche il nome della rubrica quotidiana tenuta da Capossela durante il periodo di isolamento quarantenale, sorta di almanacco del giorno, che metteva a nudo le canzoni e le storie che ci stavano dietro con le storie di una attualità apparentemente immobile, ma in continuo cambiamento.