“MESUNNÀI. Di scazzamureddhri, di macàre e di altri sogni” nasce dal desiderio di esplorare l’universo dei simboli, dei miti e delle figure dell’immaginario salentino attraverso il filtro della letteratura straniera alla ricerca di una matrice universale che accomuni le storie narrate, di epoca in epoca, per una memoria collettiva.
Dalla drammaturgia shakespeariana ai cunti salentini, infatti, il passo è più breve di quanto si possa immaginare.
Nato da una ricerca sui miti e sulle figure dell’immaginario popolare salentino, MESUNNÀI è una finestra su una realtà immaginale, forse meno logica di quella reale, ma non per questo meno vera.
È così che nel Puck shakespeariano si può facilmente scorgere il folletto dispettoso che dorme sulla pancia dei disgraziati e che risponde al nome di “scazzamureddhru”, in Titania e nelle sue fate un esercito di macàre, nella fuga per il bosco degli amanti sventurati, la fuitìna tipica di un Salento che si oppone alla violenza dell’amore imposto.
Comuni le storie, dunque, comuni le origini, in questo “Sogno” raccontato sul duplice binario di una realtà (che si potrebbe idealmente collocare nell’Italia nel Ventennio) e di un sogno in cui ciascun personaggio ha l’occasione di rintracciare il suo archetipo, il suo sé fanciullo.
L’opposizione tra i due mondi – mondo reale e mondo onirico – tra l’oppressione di uno e la follia dell’altro, viene scandita dai ritmi e dalle musiche tipiche del mediterraneo, spazio di incontro e di dialogo tra culture alla ricerca dei tratti che accomunano – e non separano – le genti che si affacciano su questo specchio d’acqua d’antico, pregno di storie nate qui o chissà dove, ma che ugualmente ci appartengono e ci raccontano.