Con il claim #wecanbeheroes, fino al 27 agosto la quindicesima edizione del SEI Festival, ideato, prodotto e promosso da Coolclub, con la direzione artistica di Cesare Liaci, propone un fitto programma di concerti, presentazioni, incontri, residenze artistiche e altri momenti di confronto. Martedì 3 agosto alle 22 in Piazza San Giorgio a Melpignano il Sei Festival ospiterà, in un concerto già SOLD OUT, la Bestiale Comedìa di Vinicio Capossela.
Gli anniversari offrono l’occasione di misurare il tempo che passa e i mutamenti che porta, ma offrono anche l’opportunità di valutare il tempo che non è passato e ciò che è restato immutato, in modo da poterlo riscattare. Quest’anno che ricorre il settecentesimo della morte di Dante Alighieri, è dunque parso naturale che Vinicio Capossela, artista che da tempo orienta la sua ricerca alla riattualizzazione di figure e motivi antichi fuori delle ingiunzioni dell’attualità, abbia pensato un progetto che dal confronto con la Divina commedia tragga punti d’orientamento per una navigazione dantesca nel proprio repertorio. Se quello di Dante è infatti un viaggio tra i morti per salvare i vivi, la Bestiale Comedìa, vuol essere un itinerario nell’immaginazione musicale e letteraria per redimere il reale dallo smarrimento in cui sembra gettato. Conformemente ad una visione profetica, nel poema sacro la retta via era ordinata lungo un’ascesa che dalla disperazione infernale – attraverso la speranza purgatoriale – giungeva alla beatitudine paradisiaca; ma oggi che l’umanità vive in eterno essilio nel Tempo, disorientata in un unico regno terreno che consuma peccato, attesa e grazia, il viandante moderno non può che essere un errante del caosso, un navigante sanza vela e sanza governo e orientamento di stelle: un disperso nella selva selvaggia e aspra del proprio labirinto interiore, al centro del quale non può che giungere a rispecchiarsi nel terribile Minotauro. In questa discesa nella matta bestialitade consiste allora l’alto passo verso la canoscenza, il primo di una lunga serie tra creature mostruose e bestie ferine, eroi smarriti e beati nella grazia, prima di tornare a rimirar le stelle. Un cammino periglioso, dunque, che acceso dall’Amore ha bisogno del soccorso della Poesia e di qualche guida sicura, che in questa impresa saranno due musicisti d’eccezione, una compagna picciola votata ai folli voli, il poliedrico Vincenzo Vasi e il virtuoso Raffaele Tiseo, che come Virgilio e Beatrice affiancheranno il cantautore-viator e gli conferiranno il coraggio necessario a confrontarsi con sé stesso oltre che con una delle opere più vaste, monumentali e magnifiche della storia della letteratura mondiale.
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L’aldilà dantesco è il perfetto teatro delle passioni umane, l’adempimento di un’umanità persa dall’incontinenza, dalla violenza e la malizia, la scena di un’umanità lacerata dalle tre faville di superbia, invidia e avarizia che Dante colloca proprio all’inizio del poema sotto forma di tre fiere che impediscono il cammino della conoscenza. L’ultima di queste, la più spaventosa, è la lupa, la cupidigia che deturpa il mondo e si accoppia con infiniti mali. Che non si lascia attraversare la strada da nessuno, ma tutti li uccide con la sua insaziabilità. All’inizio dell’era moderna Dante profeticamente indica uno dei mali del presente, e allo stesso tempo suggerisce con la sua poesia che per coglierne la tremenda realtà, è necessario lasciare il reale ed entrare nel vero dell’immaginazione, passare per la poesia per redimere il reale e intravedere la grazia. «Affacciarsi a Dante è affacciarsi al pozzo della natura umana. A partire dalla forma a imbuto della cosmogonia della Comedìa, l’attrazione è sempre stata presente. Ho iniziato ad appassionarmi a Dante per mito interposto. L’eroe della mia giovinezza è stato il dannato, il bohémien, il distillatore di bellezza Amedeo Modigliani», sottolinea Vinicio Capossela. «Modigliani sgranava come un rosario ebbro i versi di Dante a memoria, mentre dipingeva i suoi volti dagli occhi vuoti. E così provai a mandarli a memoria anche io scoprendo la più sublime forma di preghiera umanistica. Una esperienza di spiritualità, che nella ripetizione conduce a una specie di trance. L’attrazione per l’umano, per i suoi miti, per il sublime, per l’inferno, per il peccato e per la virtù, per tutto ciò che desta maraviglia è quello che da quindici anni conduce il mio cammino in musica e parole. Non c’è cosa che Dante non comprenda già. Santi, eroi e viziosi, una certa attrazione per il misticismo, una visione del mondo non specialistica, ma enciclopedica, il cui soggetto è la natura tutta a partire dalla natura umana sono tra le cose dantesche che più mi attraggono. Galeotti per me sono stati molti libri, ma Dante soltanto li comprende tutti», sottolinea Vinicio Capossela.
Giovedì 5 agosto il Sei Festival torna al Castello di Corigliano. Alle 20:30 (ingresso gratuito sino a esaurimento posti) la serata prenderà il via con la presentazione, in collaborazione con Lea – Liberamente e apertamente, di “Lo capisce anche un bambino” di Mattia Zecca (Feltrinelli). L’autore, avvocato leccese che vive a Roma da molti anni, dialogherà con Luciana Lofino, presidente di Lea, e Pierpaolo Lala di Coolclub. “Un figlio è sempre una scoperta che muta la geografia del tuo mondo”. E il mondo che questo libro invita a esplorare è quello raccontato dalla voce di un padre, ma osservato con gli occhi di Lorenzo e Martino, due bimbi che condividono la stessa cameretta, la stessa storia di amore, determinazione e cura e, soprattutto, gli stessi genitori: papà Mattia e papà Nicola. È la storia vera, insomma, di una famiglia come le altre: una famiglia felice che, convinta di essere trasparente, una tra le tante, scopre invece di essere invisibile. Perché se l’amore ignora sempre le leggi della fisica e della biologia, la legge talvolta ignora l’amore. Alle 22 (ingresso 15 euro – Prevendite nel circuito Dice.fm -> bit.ly/SEI_Angelini) spazio al concerto del cantautore e chitarrista Roberto Angelini. Inizia a suonare fin da piccolo, grazie agli insegnamenti tramandatigli dal suo patrigno Vittorio Camardese, chitarrista swing autodidatta ritenuto uno dei precursori del tapping. Scrive e suona spaziando dal jazz, al rock, addirittura all’heavy metal e nel 1999 la Virgin gli offre un contratto che porta all’uscita del suo primo album “Il Sig. Domani” (prodotto da Daniele Sinigallia) e alla partecipazione a Sanremo con la canzone omonima nella categoria giovani, dove vince il premio della critica “Mia Martini”. Roberto comincia a suonare in giro per l’Italia e apre i concerti di numerosi artisti tra i quali Jarabe De Palo, Max Gazzè, Tiromancino, Marina Rei, Carmen Consoli ed Elisa (con la quale collabora al disco “Then comes the sun”). Il tormentone dell’estate 2003 porta la sua firma: “Gattomatto”, primo singolo estratto dal disco “Angelini”, lo porta a partecipare all’Arena di Verona alla finale del Festivalbar e ottiene la nomination agli Italian Music Awards. Seguiranno altri due singoli di successo “La Gioia del Risveglio” e “12 anni”. Nel 2004 la Virgin pubblica “Ripropongo”, un Ep in cui Roberto reinterpreta alcune canzoni dell’ultimo disco in versione acustica e in quello stesso anno, insieme ai suoi amici musicisti, apre uno studio di registrazione a Roma e un’etichetta discografica “FioriRari”. Nel 2005, insieme al violinista Rodrigo D’Erasmo, pubblica “Pong Moon – sognando Nick Drake – “, un tributo al cantautore inglese. Per anni affianca Niccolò Fabi nei tour e in seguito diventa membro ufficiale della band di Propaganda Live. A fine 2020 anticipa l’uscita del suo quinto album da solista, previsto il prossimo autunno, con tre singoli: “Incognita”, “Condor” e “L’Era Glaciale”.