Seppur attualmente in Serie B dopo la retrocessione dell’anno scorso, come ben spiegato di seguito https://www.stadionews.it/, il Lecce si distingue per essere una delle società calcistiche più gloriose del Sud Italia insieme a Napoli, Cagliari e Palermo. Il club salentino ha vissuto nell’ultimo ventennio una serie di annate più che soddisfacenti nelle quali ha dato filo da torcere a molte grandi squadre che visitavano il feudo del Via del Mare, uno degli stadi più caldi dello Stivale. La squadra oggi allenata da Fabio Liverani è stata recentemente protagonista di varie stagioni di calcio divertente e sopra le righe, soprattutto all’inizio del nuovo secolo. I tre grandi idoli giallorossi di questo lasso di tempo sono senza dubbio Zdenek Zeman, Ernesto Chevanton e Fabrizio Miccoli.
Il primo, tecnico ceco arrivato in Italia alla fine degli anni ’60, si è sempre fatto notare per la sua idea di calcio azzardato e spettacolare, qualcosa in controtendenza con l’atavico concetto di catenaccio all’italiana. Esploso prima al Messina e poi in grado di compiere un miracolo sportivo con il Foggia a inizio anni ’90, Zeman sarebbe poi approdato al Lecce nell’estate 2004. Nella sua prima esperienza sulla panchina giallorossa il boemo era riuscito a rubare il cuore dei tifosi locali grazie a un’annata nella quale riuscì a ottenere la salvezza e puntando su due giovani di belle speranze come Mirko Vučinić e Valeri Bojinov, i quali sarebbero esplosi proprio al Via del Mare. In quella stagione il Lecce fu addirittura il secondo migliore attacco del campionato dietro la Juventus, vincitrice di quel campionato (poi revocato) e adesso grande favorita alla vittoria del prossimo torneo italiano dalle quote scommesse esposte di seguito https://www.planetwin365.it/.
In precedenza, e proprio prima dell’arrivo di Zeman come tecnico, il grande trascinatore del Lecce era stato l’uruguaiano Ernesto Javier Chevanton, un attaccante molto mobile e dinamico capace di segnare grandissimi goal in acrobazia. Dal 2001 al 2004 Chevanton realizzò 46 reti in 88 partite, diventando così un idolo assoluto per i tifosi del Via del Mare, i quali lo avrebbero accolto anche nell’estate 2010 per un suo acclamatissimo ritorno, come dimostrato da quanto riportato in questo link: http://archiviostorico.gazzetta.it/. Se Chevanton fu il primo straniero a dare davvero i brividi di freddo alla tifoseria del Lecce guadagnandosi la stima eterna dello stadio e della città pugliese, dopo si lui arrivò un salentino doc a vestire la maglia numero 10 giallorossa. Parliamo di quel Fabrizio Miccoli conosciuto ai più come il ‘Romario del Salento’, per via della sua stazza minuta ma anche del suo grande talento palla al piede. Cresciuto nelle giovanili del Milan e poi in giro per l’Italia, con annessa tappa al Benfica, il nativo di Nardò sarebbe approdato al Lecce solamente nel 2013, quando l’allora tecnico Francesco Moriero lo volle fortemente e gli concesse anche la fascia da capitano. Con la sua squadra del cuore Miccoli realizzò 19 reti in 50 partite in Lega Pro, prima di lasciare la sua terra per andare a giocare a Malta in cerca di un ricco contratto. Tuttavia, i suoi due anni al Via del Mare, lo hanno reso un mito incontrastato della storia del Lecce.