È disponibile su youtube il videoclip, diretto da Gianni De Blasi, del brano Lu cunigghiu di Rachele Andrioli e Rocco Nigro. Si tratta del nuovo singolo dell’album Maletiempu, terzo disco del duo (dopo Maldimè e Malìe) prodotto da Eraldo Martucci e dall’etichetta pugliese Dodicilune di Gabriele Rampino e Maurizio Bizzochetti per la collana editoriale Fonosfere (distribuito da Ird e Believe Digital), che ha vinto il Premio Folk Eiserner Eversteiner, nell’ambito del festival FolkHerbst a Plauen in Germania. “Il video è l’incubo della persona gelosa”, sottolinea il regista. “La musica e il testo mi hanno portato a concepire una sorta di danza erotica in cui la gelosia viene sublimata dagli incubi di chi canta. Il coniglio (animale pauroso per antonomasia) è la prefigurazione di questa forma di paranoia onirica, che come spesso mi capita, trasporto in una dimensione grottesca e ironica”. In Maletiempu l’affiatato duo continua a far rivivere con sensibilità moderna i canti della tradizione del Sud Italia, non trascurando però di fornire il proprio personale e originale apporto. Il disco comprende, infatti, tre inediti (“Maletiempu”, “Occhi”, “Zumpettana”), sei brani provenienti da varie tradizioni regionali (“Nunna Nanna”, “Tanti Suspiri”, “Janni Dell’Uorto”, “Lu Cunigghiu”, “Tempesta”, “Ninna Nanna”), “Cosa Sono le nuvole” di Pierpaolo Pasolini e Domenico Modugno e “L’attesa” del cantautore salentino Massimo Donno, tra gli ospiti del disco con Giuseppe Spedicato (basso acustico), Vito De Lorenzi (duff, tabla, daire), Massimiliano De Marco (voce) e Valerio Daniele (chitarra elettrica).
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“In questa nostra quotidianità si osserva il ruolo cruciale dell’emigrazione. Si apprende attingendo al passato, per poterlo proiettare verso un futuro incerto”, sottolinea nelle note di copertina Eraldo Martucci. “Traspare ancora il naturale istinto di conservazione delle proprie tradizioni. Ci si sposta verso un altro territorio, ma si conservano le sfumature ed il sapore del proprio luogo d’origine. Tutto questo ci conduce verso la più semplice delle consapevolezze: anche lontani dalla propria terra, ci si circonda ancora di ciò che ricorda o richiama la propria casa. E proprio l’arte, in questo caso quella dei suoni, appare come ciò che ha sempre costituito un linguaggio universale: la voce, gli strumenti musicali e le note viaggiano da secoli. È un viaggio non solo verticale, con la trasmissione del proprio patrimonio da una generazione all’altra, ma che investe anche un’insolita mobilità orizzontale, nello spazio, da un paese all’altro”, prosegue Martucci. “Ed è quello che accade soprattutto nei canti popolari, in cui la distanza di secoli e luoghi viene annullata come per incanto, ritrovando ancora una volta nuova e fresca vita grazie alla voce di Rachele Andrioli ed alla fisarmonica di Rocco Nigro. Tutte le tracce presenti in questa produzione risentono dell’esperienza che il duo ha vissuto in questi anni fuori dal territorio, confrontandosi con le realtà locali incontrate nel percorso. Una sorta di “emigrazione” che ha loro consentito di portarsi il proprio habitat, e di implementarlo però dall’incontro con le altre culture. Una casa musicale mobile, dunque, ricca ovviamente della musica popolare meridionale e salentina in particolare”.