«La Notte del Funk», alle Cantelmo una serata per celebrare il 50 anni di un genere
Inserito da admin il 1 Gen 2018 | Nella categoria LiveNews | Ci sono 0 Commenti
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Giovedì 4 gennaio le di ospitano “” per celebrare e festeggiare, con un concerto da non perdere, i 50 anni di un genere, a base di riff e tanto ritmo, che è nato mescolando in modo del tutto naturale jazz, soul e rhythm & blues. La cantante (vocalist dei Dirotta su Cuba) e il chitarrista (da quasi un ventennio collaboratore di Jovanotti), condurranno un viaggio dalle origini del funk ai giorni nostri affiancati sul palco da Michele Papadia (vintage keyboards e synth bass) e Mimmo Campanale (batteria). Ospite della serata sarà la giovane cantante, polistrumentista, autrice, direttrice d’orchestra e compositrice leccese Carolina Bubbico. La ricca scaletta proporrà brani, tra gli altri, di James Brown, Ida Sand, Snarky Puppy, Shayna Steele, Connie Constance, Jamiroquai solo per citare qualche nome. Start ore 21, ingresso 10 euro.

«Nel linguaggio musicale, il funk era lo stato d’animo misto di tristezza profonda e di felice libertà creativa che caratterizzava l’esecuzione del blues e del gospel nel jazz delle origini», si legge sul sito dell’enciclopedia Treccani. Il funk è spesso identificato come la risposta afroamericana alla disco music degli anni Settanta. Ma di funk – o più propriamente di funky – si parlava già negli anni cinquanta quando il termine era ampiamente utilizzato per identificare uno stile jazzistico che, non dimentico delle strutture armoniche del blues, risultava straordinariamente danzabile, perché basato su ritmi sincopati ed incalzanti. E se parliamo di Funk e nello specifico delle sue prime manifestazioni, come non citare James Brown, l’artista che è unanimemente considerato il suo progenitore? Dopo gli album “Papa’s Got a Brand New Bag” (1965), “I Got You (I Feel Good)” (1966) e “Sex Machine” (1970), si cominciò a considerare il funk come un vero e proprio genere. Anche se il termine fece la sua comparsa ufficiale con “Funky Broadway”, un brano di Dyke and the Blazers pubblicato nel 1967. Dopo arrivarono il soul-funk acidulo di Sly And The Family Stone e del loro There’s a Riot Going On, le orge psichedeliche dei Funkadelic, la storica formazione di George Clinton; le contaminazioni con la disco music (Earth, Wind & Fire, Kool & The Gang, Jackson Five o Brand New Heavies) e la nascita del jazz-funk (Miles Davis, Herbie Hancock, George Duke, George Benson, Stanley Clarke) fino ad arrivare ai giorni nostri con influenze del funk nell’acid jazz, nei primi esperimenti di hip-hop, nella musica house di Chicago o nella prima Techno di Detroit. Un genere non-genere, quindi, che, sebbene abbia vissuto il suo exploit nel corso degli anni Settanta, non ha mai davvero cessato di esistere.


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Tra i maggiori esponenti del funky in Italia c’è sicuramente la band Dirotta su Cuba che a metà anni 90, con la voce della fiorentina Simona Bencini, entra nelle classifiche radiofoniche e di vendita con il singolo “Gelosia”. Nel 1997 il gruppo partecipa a Sanremo ospitando il più grande armonicista del mondo, Toots Thielmans. Nel 2003 Simona lascia il gruppo per intraprendere la carriera solista. Nel 2005 esce il suo primo album “Sorgente” in gran parte scritto e prodotto da lei con collaborazioni importanti: Irene Grandi, Pacifico, Stefano Bollani, Walere Afanasieff. Nel 2006 partecipa nuovamente a Sanremo con un brano scritto insieme ad Elisa “Tempesta” che canta anche in duetto con Sarah Jane Morris. Nel 2010-11 interpreta la Maddalena nel musical Jesus Christ Superstar in un tour teatrale di grande successo di oltre 70 date con Max Gazzè e Mario Venuti. Nel 2011 esce il primo disco di jazz di Simona dal titolo “Spreading love” insieme agli LMG4tet, quartetto composto da eccellenti jazzisti pugliesi. In quasi venti anni di carriera, Simona ha duettato e collaborato anche con Banda Osiris, Claudio Baglioni, Renato Zero, Ron, Massimo Ranieri, Franco Califano, Nick The Nightfly e molti altri. Attualmente si è riunita alla band storica dei Dirotta su Cuba e si esibisce in varie formazioni jazz.

Riccardo Onori è uno dei chitarristi italiani più versatili e completi. Dal 2001 collabora con Jovanotti come autore e come chitarrista, esibendosi in giro per il mondo. Nel corso della sua carriera ha collaborato, tra gli altri, con Ben Harper, Max Gazzè, Alex Britti, Syria, Oracio Ernadez, Enrico Rava, Gianni Maroccolo, Ernestico Rodriguez, Marco Tamburini, Massimo Manzi, Jarabe de Palo, Paolino Della Porta, Fabrizio Sferra, Carmen Consoli, Michael Franti, Sergio Mendez, Cesare Cremonini, Giuliano Sangiorgi, Luca Carboni, Planet Funk, Karima, Paolo Buonvino, Irene Grandi, Mike Patton, Giusy Ferreri, Tricarico, Giorgia, Stefano Bollani, Dirotta su Cuba, Diaframma. Sempre il 4 gennaio (dalle 10 alle 17) Onori terrà una masterclas organizzata da Audiogrill, scuola pugliese di Electronic Music e Audio Technology, in collaborazione con le Officine Cantelmo, nell’ambito del progetto “Chitarristi in Tour”. Un incontro ravvicinato con uno fra i più eclettici chitarristi in Italia e uno dei pochi ad aver sviluppato un rapporto intenso con la tecnologia, che riesce a utilizzare con grande creatività in tutti gli stili musicali. Chitarristi in Tour è parte integrante della serie “SetMeLive!” di Audiogrill Electronic Music School che negli ultimi anni ha ospitato docenti come Andrea Corsellini (FOH Engineer di Vasco Rossi), Marco Monforte (FOH Engineer di Laura Pausini, Tiziano Ferro), Mario Di Cola (Speaker designer di fama mondiale) e di altri importanti esponenti del mondo live della scena musicale italiana.

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