Giovedì 2 aprile le Officine Cantelmo di Lecce ospitano il concerto della band statunitense The Fuzztones, una leggenda del garage in tour in Italia per celebrare i 35 anni di carriera. La serata, organizzata da Officine della musica, Coolclub, Officine Cantelmo, WhiteZoo e Uasc, sarà aperta da Thee Elephant e The Bistouries. In chiusura dj set di Gopher (a.k.a. Bleso 45).
Oggi le garage rock band di tutto il mondo devono parecchio a The Fuzztones, gruppo fondato a New York dal cantante e chitarrista Rudi Protrudi attivo musicalmente già negli anni sessanta. Le loro bare a forma di chitarre, amplificatori vintage Vox e chitarre distorte/grunge hanno invaso il mondo del rock nel lontano 1980 e da allora quel suono è diventato uno standard. Fortemente ispirati al 60′s garage punk (negli anni ’80 praticamente dimenticato), The Fuzztones sin dall’inizio si ricollegano a band come Sonics, Paul Revere & The Raiders, Music Machine e Gonn come principali influenze. “Blackout di Gretely”, un classico dei Gonn è stata un pilastro nel repertorio dei Fuzztones, ed è uno degli highlights della famigerata compilation “Nuggets”, così come “The The Best of Pebbles”, due album che raccolgono i brani più importanti del genere garage rock anni sessanta. Il loro ardente Garage-Psycho Punk ha, infatti, anticipato l’intero Garage Revival degli anni ’80 ed ha influenzato centinaia di gruppi, dagli Hives agli Horrors. Inventori del termine grunge almeno un decennio prima dell’invasione partita da Seattle, hanno creato un immaginario estetico che ha influenzato colleghi e lanciato mode. Basti pensare che il logo dei Fuzztones (due chitarre Vox Phantom incrociate) è diventato la copertina di un album degli australiani “Hoodoo Gurus”, mentre Marc Almond dei Soft Cell e Ian Astbury dei Cult indossavano collane con gusci di tartaruga ispirate proprio al look dei Fuzztones. Il video di “Ward 81″ ha invece ispirato i Ramones, che ne hanno copiato diverse scene per il video di “Psychoterapy”. Insomma, delle vere e proprie leggende viventi che in 35 anni hanno pesantemente influenzato la musica underground, attraversando, nel loro percorso artistico e nei loro tour, decine di paesi, pubblicando 78 vinili e innumerevoli raccolte, e che possono vantare il record di essere la prima e unica garage band degli anni ’80 a vantare un contratto con un’etichetta major (RCA).
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Thee Elephant è un progetto nato nel 2012 dall’incontro tra il folksinger ciociaro Aldo Iacobelli, in arte Dola J. Chaplin, e il produttore artistico Sante Rutigliano. La band, completata dal batterista Simone Prudenzano, dal bassista Milo Scaglioni e dal tastierista Matteo Scannicchio, circa un anno fa ha pubblicato l’omonimo esordio. Un disco di canzoni scritte con l’intenzione di mescolare le tinte forti dei testi ad un rock graffiante ed al tempo stesso elegante. L’immaginario è cupo e intenso, dominano strade lisergiche che si sciolgono nell’oscurità, figure mitologiche scosse da ostinati percussivi, urli primordiali cullati da cori deliranti, asfissianti brezze marine, dipendenza da endorfina. La sonorità è viscerale e si compone di episodi 50s impantanati in fuzz e saturazioni, jingle jungle e psichedelia west coast, manipolazioni early 70s. Attenzione particolare è stata posta sul pathos della performance e sulla ricerca del suono, non a caso il disco è stato registrato live in studio su nastro da 2 pollici, utilizzando solo strumenti e apparecchiature di fine 60, e mixato in analogico.
I Bistouries sono una band leccese formata nel 2014 da Andrea Cataldo (voce e chitarra), Emanuele Ingrosso (basso e voce) e Marco Scianocca (batteria e voce). Il loro sound è una miscela di british punk ‘77, power pop americano, mod revival e jangle guitar pop sulla scia di band come Jam, Gents, Sham 69, Chords, Paul Collins Beat, the Go, La’s, Libertines, primi Enemy. Attualmente sono impegnati ai SudEstStudio di Stefano Manca per la registrazione del 7″ di debutto, che vedrà la partecipazione di Danilo Silvestri (produttore musicale dei Giuda) e la produzione esecutiva e la direzione artistica di Sergio Chiari (White Zoo Records).