Fòcara Festival 2015, a Novoli una grande festa della musica
Inserito da admin il 12 Gen 2015 | Nella categoria LiveNews | Ci sono 0 Commenti
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Dal 16 al 18 gennaio torna il Fòcara Festival, rassegna musicale a cura di Loris Romano, nell’ambito de “La “Fòcara”, il fuoco più grande del bacino del Mediterraneo, un falò di 25 metri di altezza e 20 metri di diametro che viene costruito ed acceso a , in provincia di Lecce, in occasione delle celebrazioni della festa di Sant’Antonio Abate, patrono della città.

Esperienze artistiche provenienti dalla Puglia, dall’Italia, dall’Europa e dall’Africa entusiasmeranno il pubblico in uno spettacolo unico pensato solo per questa speciale occasione. Rachid Taha, , Adrian Sherwood, Mascarimirì, Nux Vomica, & No Smocking Orchestra, , Hollie Cook, , Digitalism, Sofia Brunetta, Ottoni Animati, Beirut World Beat, Munny and Street Recordz Family e La Gente si alterneranno sul palco allestito nella grande piazza dove arde la pira realizzata con circa 80mila fascine di tralci di vite secchi provenienti dai feudi del Parco del Negroamaro sapientemente legate e posate con tecniche tramandate gelosamente di padre in figlio. Quest’anno spazio anche alla musica elettronica con l’Electro Tent che ospiterà Mouse on Mars, Metronomy, Jolly Mare, Ninos du Brasil, Populous e Larssen.


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Venerdì 16 gennaio subito dopo l’accensione della Fòcara – con un vero e proprio evento tra teatro, danza e acrobazie con la compagnia Xarxa Teatre e la visione di Playing With Fire, un docufilm di DonPasta – il programma si aprirà alle 21 con gli Ottoni Animati, una piccola orchestra di fiati, grazie alla collaborazione con il festival Bande a Sud, e il Mugham Trio, con i suoni della tradizione popolare azera. Subito dopo “Lu Ballubaleti” con Mascarimirì e Nux Vomica, in un concerto con ritmi da ballo del sud d’Italia e Francia, dove il groove della pizzica salentina si fonde con la farandola nizzarda. A seguire sarà poi la volta del cantante franco/algerino Rachid Taha, pioniere e re indiscusso della scena rock francese multiculturale. Infine sul main stage il beatmaker britannico e profeta della sezione ritmica Adrian Sherwoo sarà sul palco con Lee Scratch Perry, produttore, musicista e cantante, una delle figure più importanti della musica giamaicana e mondiale dell’ultimo mezzo secolo. Tra i vari artisti spazio alle selezioni di Beirut World Beat, il nuovo progetto di world music che propone un connubio inedito di suoni e fusioni dal Medio Oriente al Mediterraneo. Dall’1.00 nella tenda dedicata all’elettronica si ballerà sino a notte fonda con il salentino Jolly Mare, il duo Mouse On Mars, gruppo pioneristico, tra i principali autori del rinnovamento nella scena elettronica tedesca, e Metronomy (in versione dj set) band nata nel 1999.

Sabato 17 gennaio – dopo una grande grigliata a cura di DonPasta e Chef Rubio, la seconda serata del festival sarà aperta dalla cantautrice salentina Sofia Brunetta che ha da poco pubblicato “Arthur and I”, singolo che anticipa di qualche mese l’album d’esordio, arrangiato e prodotto con la collaborazione di Giovanni Ottini (dj Sonda). Subito dopo sul palco approderanno il regista Emir Kusturica alla guida della sua irrefrenabile No Smoking Orchestra. A seguire Hollie Cook, figlia di Paul, batterista dei Sex Pistol, e di Jeny, corista dei Culture Club, che propone una sintesi tra musica jamaicana e “tropical pop”. In chiusura appuntamento con i Sud Sound System, ambasciatori del reggae in Italia e nel mondo, rappresentanti delle inconfondibili sonorità mediterranee Made in Salento. Nella tenda elettronica in consolle si alterneranno Ninos do Brasil, dediti a un’ardita commistione di batucada e noise, samba ed elettronica, e i salentini Populous e Larssen.

Domenica 18 gennaio la serata conclusiva si aprirà con La Gente, una band leccese nata nel Maggio del 2010 su tre direttive (brani pop, influenze electro-rock e testi semplici e diretti), da poco protagonista del talent Amici di Maria De Filippi, e Munny, un giovane rapper emergente salentino, affiancato dalla Street Recordz Family. Subito dopo approdano sul palco gli Asian Dub Foundation che da oltre vent’anni rappresentano un simbolo di meticciato culturale ribelle nella scena musicale mondiale. Il nuovo live set, con la band riformata due anni fa, ha ottenuto un feedback eccezionale dall’Asia al Sud America ed in Europa, esibendosi in numerosi grandi festival e club. In chiusura Digitalism, band che richiama spesso e volentieri sonorità e sapori dell’indie rock contemporaneo.

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