Il grande rock indipendente italiano giovedì 6 marzo fa tappa al Dopolavoro di Brindisi. Sale l’attesa per il live dei Management del dolore post operatorio, band entrata ormai di diritto tra le formazioni più interessanti del panorama nazionale, che si esibisce sul palco dell’ex cinema per l’unica data salentina di un calendario di concerti che ha toccato i più importanti club musicali italiani.
A due anni dal primo disco ufficiale “Auff!”, il quartetto di Lanciano è tornato al pubblico con il suo solito stile anticonvenzionale, portando allo scoperto varie anteprime di “McMAO” (distribuito da Universal Music Italia, per l’etichetta Color Sound Indie – Alternative Produzioni, in associazione con MArteLabel), il nuovo progetto discografico in uscita l’11 marzo, un manrovescio di rock urgente, dissacratorio, con il ghigno beffardo e i pugni stretti come non se ne sentivano da qualche tempo nel nostro Paese.
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Con le undici canzoni che compongono “McMAO”, il MaDe DoPo (abbreviazione ufficiale del nome del gruppo) reinventa un cantautorato elettrico italiano simile a nessuno, che affonda le radici nel rock con vera attitudine post-punk. Si smarca dal suono new wave, dopo averlo ingoiato e assimilato, e sperimenta giochi sonori carichi di elettronica e al limite del progressive. Celebra la folle gioia di vivere male, come metodo di sopravvivenza alla precaria esistenza quotidiana. Introspettive e visionarie, le tracce del nuovo disco incitano a smascherare rigidità e preconcetti sulla vita, attraverso il ghigno beffardo e la malinconia inquieta di un clown che srotola la verità con la profonda coscienza della propria responsabilità sociale, dell’importanza della propria arte. Nell’ascoltare “McMAO” si avverte uno strano ma ormai familiare, senso di disagio, di pericolo, ma anche di urgenza di fare e di agire, prima che la crisi finisca col distruggere quel poco che ci rimane, portandoci via tutto, compresi noi stessi, perché: “il destino è un colpo di biliardo: a volte la buca la decidi tu, a volte chiudi gli occhi, tiri e non ci pensi più” (cit. da La Scuola Cimiteriale in “McMAO”).
Anticipato dal singolo James Douglas Morrison, un intimo dialogo con il mito della musica nominato nel titolo in cui si riflette su quale sia il prezzo dell’immortalità, “McMAO” riprende il discorso là dove il precedente lavoro l’aveva interrotto, voglioso di mischiare le carte, come già nel titolo, associando immagini che – solo apparentemente- non sono connesse, per lasciare emergere le contraddizioni e il rabbioso entusiasmo di chi cerca una realtà diversa.
Quelli del Management del Dolore Post Operatorio sono fatti così: a loro piace dare fastidio alla gente. Prudenza mai. E così, la compagnia girovaga di Luca Romagnoli (voce), Marco Di Nardo (chitarra), Luca Di Bucchianico (basso) e Nicola Ceroli (batteria) sta tornando alla ribalta con nuove canzoni che sfondano le pareti della scena musicale italiana. Come saltimbanchi, crudi e volgari, ostinati e furbi, come quelli che vogliono dire a tutti i costi cosa che pensano senza rimuginare sulla fine che faranno, poco importa se in una prigione buia con i topi o su un mucchio di legna infuocata come le streghe. Mai la musica italiana ha avuto tanto bisogno di questa verità. Mai ha avuto così bisogno della follia, di questo elogio della follia.