La vita della comunità cutrofianese è sempre stata contrassegnata da manifestazioni, sagre popolari, feste e altre kermesse di origine contadina risalenti alla notte dei tempi. Questi eventi, sovente di matrice devozionale e radicatissimi nel mondo rurale, con il passare dei secoli hanno rischiato di estinguersi sotto i colpi della modernità facendo dimenticare quelle che erano le usanze tipiche della nostra terra.
Ma c’è una festa che è rimasta integralmente scolpita nei cuori dei fedeli di Cutrofiano resistendo alle profonde trasformazioni subite, specie a partire dagli anni ’50 del Novecento, dalla nostra terra: si tratta della tradizionale ricorrenza di “Sant’Antoni te le Fòcare”, in ricordo di quando il santo padovano salvò gli abitanti di Cutrofiano dal terremoto del 1810 che, a differenza di quello precedente e devastante del 1743, non fece in paese nessuna vitttima.
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In verità, destata dal sisma, la popolazione si riversò nelle strade e trascorse la notte all’aperto. A trovare conforto dalla gelida temperatura notturna, i cutrofianesi accesero dei fuochi nelle strade e nelle piazze. Ora, l’originalità della solennità devozionale cutrofianese sta nel fatto che, nel celebrarla il 17 febbraio di ogni anno, la gente usi accendere dei falò in onore di Sant’Antonio da Padova esattamente come un mese prima, il 17 gennaio, in altre cittadine del Salento il popolo accende fuochi in onore di un altro santo di nome Antonio (ma in questo caso Antonio Abate) la cui identità e la cui agiografia sono del tutto diverse.
I festeggiamenti culmineranno proprio con l’accensione delle “fòcare” nei vicinati e con il gran finale della “Fòcara” grande in Piazza Municipio dove ci sarà il concerto di musica popolare salentina alla presenza degli Alla Bua, Mascarimirì, Uccio Aloisi Gruppu, la partecipazione delle band salentina dei Crifiu, Cesare Dell’Anna, Rankin Lele & Papaleu, Cesko & Puccia, e il cabaret con i Malfattori.