Un grande evento giunge per il quinto anno consecutivo al Castello Aragonese di Otranto, contenitore culturale gestito dall’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie e dalla Società Cooperativa Sistema Museo di Perugia, con la direzione artistica dell’architetto Raffaela Zizzari. Dopo aver accolto oltre 200mila visitatori con le mostre di Joan Mirò, Pablo Picasso, Salvador Dalì e Andy Warhol, l’antico maniero idruntino ospita da sabato 8 giugno a domenica 29 settembre la mostra “Giorgio de Chirico – Mistero e poesia” a cura di Franco Calarota.
Partito dall’Italia con la sua Metafisica, Giorgio de Chirico (Volos, 10 luglio 1888 – Roma, 20 novembre 1978) ha conquistato la scena internazionale fin dalla prima metà del secolo scorso, travalicando i confini dell’arte per influenzare con il suo universo artistico non solo la generazione successiva di pittori, ma anche letterati, filosofi, architetti e la psicanalisi.
Attraverso una selezione di opere – dieci dipinti a olio, oltre trenta tra disegni, acquarelli e grafiche, in prestito dalla Galleria d’Arte Maggiore di Bologna – la mostra proposta al Castello di Otranto si pone come obiettivo quello di dimostrare come Giorgio de Chirico abbia disseminato con la pittura quantità di argomenti nelle più varie zone culturali e di rinnovare l’accostamento critico di un autore che in modo tanto completo rappresenta la nostra epoca.
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L’esposizione monografica su Giorgio de Chirico illustrerà il percorso della sua opera all’insegna della Metafisica – intesa dal maestro come qualità eletta della pittura e non come caratteristica dei soggetti – che scorre lungo le diverse fasi stilistiche del suo lavoro: recupero della tradizione classica, suscitazioni surreali e riavvicinamenti alla realtà si intrecciano in un universo di mondi, linguaggi e codici differenti.
Inventore di città allucinate e assurde, le sue “Piazze d’Italia” si offrono come luoghi incerti e instabili da cui l’occhio è attratto per le sue architetture classiche, racchiuse nella gabbia di una rassicurante prospettiva rinascimentale, ma da cui la mente divaga per l’accostamento con elementi stranianti che trasformano i luoghi familiari da cui prende ispirazione (come Monaco di Baviera, Firenze, Roma, Torino, Parigi, Ferrara e New York) in realtà analoghe, diverse, sospese in un’atemporalità assoluta. Si tratta di una imagerie fatta di interruzioni e dissonanze che per citare Italo Calvino danno vita a “città del pensiero” a cui gli architetti del dopoguerra si ispireranno per la realizzazione di nuovi edifici e progetti urbanistici.
La figura umana è quasi inesistente in questo universo, sostituita da calchi in gesso di statue antiche o dai suoi tipici manichini. Si tratta di quelle famose “Muse inquietanti” che popolano il suo universo nell’enigmaticità e nel silenzio, vivendo come guardiani tra ciò che è stato e quello che sarà in un eterno presente, in un continuo ritorno, in una ripetizione differente. Le sue figure senza volto, prive di connotati fisici e quindi anche di etnia, cultura o religione, sorvegliano imperscrutabili la sua dialettica sospesa tra rievocazione e invenzione, tra ricordo e rinnovamento, occupando la superficie con la loro presenza immutabile che immerge in un mondo classico, un’angoscia del tutto moderna.
Del resto come lo stesso Giorgio de Chirico confida: “Senza la scoperta del passato, non è possibile la scoperta del presente”. A questo scopo il maestro frequenta il museo per utilizzare nelle sue opere ogni reperto e andare così “al di là della fisica”, spostandosi in questo modo al di fuori del mondo a lui attuale in una dimensione che sia appunto Metafisica. De Chirico sceglie di rivolgersi a quell’universo mitologico che affonda le sue radici nel glorioso passato della storia dei popoli del Mediterraneo per rivendicare un valore estetico a ogni oggetto e circostanza preesistente a lui e soprattutto per nobilitare i luoghi squallidi del presente (con le ciminiere, i treni, i simboli di un paesaggio moderno) attraverso il loro inserimento in quelli di un passato illustre.
Metafisica a sud, enigma di un pomeriggio d’estate è il titolo del programma degli eventi a margine della. Gli eventi offriranno la possibilità di compiere inconsuete esplorazioni del nostro territorio regionale, delle sue molteplici peculiarità, attraverso la visione pittorica dell’artista padre della metafisica. Chiara Idrusa Scrimieri proporrà un percorso tra docufilm e videoarte, un viaggio di lettura metafisica applicata al paesaggio sensibile della nostra Magna Grecia. Inoltre una serie di eventi collaterali si inseriranno nel solco del percorso di marketing innovativo intrapreso nel 2009 con la nuova direzione artistica del castello, amplificando l’attrattività e l’offerta culturale della Città di Otranto e dell’intero territorio del Salento. La rassegna degli eventi collaterali del Castello Aragonese di Otranto, giunta alla quarta edizione, ha registrato – infatti – importanti risultati non solo per i visitatori che hanno apprezzato le singole mostre e gli eventi ma anche per artisti, architetti, registi, designer e aziende che traggono una concreta opportunità di incontro e di promozione.
Franco Calarota, dopo la specializzazione in management e marketing dei beni culturali, assume il ruolo di esperto perito e advisor presso la casa d’asta Christie’s di Londra. Nel 1978, anno della morte di De Chirico, fonda, con la moglie Roberta, la Galleria d’Arte Maggiore di Bologna (www.maggioregam.com), focalizzandosi sull’arte moderna e contemporanea. Convinto sostenitore della promozione culturale dell’arte, da sempre cura l’organizzazione di importanti mostre e rassegne in Italia e all’estero. Collabora e svolge attività di advisory per musei ed istituzioni come il Musée d’Art Moderne de la ville de Paris, il Ministero degli Affari Esteri, il Museo Es Baluard a Maiorca, il Gropius Bau a Berlino, l’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt, la Henry Moore Foundation a Londra, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid e il Museo di Palazzo Fortuny a Venezia. Tra le mostre più recenti segnaliamo il grande successo di “Giorgio Morandi. Lines of poetry” all’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, la più completa mostra di lavori su carta dell’artista organizzata al di fuori dei nostri confini nazionali, l’esposizione “Renato Guttuso. Il Realismo e l’attualità dell’immagine” presso il Museo Archeologico Regionale di Aosta e la mostra “Giorgio de Chirico. Myth and Archaeology” in corso alla Phillips Collection di Washington DC all’interno del calendario di eventi dell’anno della cultura italiana negli Stati Uniti, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri. Infine, attualmente ed in concomitanza con la 55esima Biennale di Venezia, è l’anima dell’inedita ed importante mostra di richiamo internazionale: “Matta. Roberto Sebastian Matta, Gordon Matta-Clark, Pablo Echaurren” alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia. All’attività di galleria, si affianca quella di consulenza per case d’asta, gallerie, banche e aziende. Dal 2010 è membro dell’advisory committee di The Armory Show, la storica fiera di arte moderna e contemporanea di New York.
La mostra è aperta tutti i giorni.
Orari: giugno e settembre 10-21; luglio e agosto 10-24.
Ticket d’ingresso: intero € 7,00; ridotto € 4,00 (6-14 anni, oltre 65 anni, scolaresche, diversamente abili e relativi accompagnatori, gruppi superiori a 20 unità, convenzioni attive). Titolari Otranto Card: intero € 6,00.
Audioguida: singola € 4,00; doppia € 6,00.
Visita guidata di gruppo su prenotazione (in italiano, inglese o francese)
• solo mostra: gruppi 80,00 euro + ticket d’ingresso; scuole 60,00 euro + ticket d’ingresso
• mostra + castello: gruppi 100,00 euro + ticket d’ingresso; scuole 80,00 euro + ticket d’ingresso.
Info e prenotazioni: 199.151.123 – callcenter@sistemamuseo.it
www.castelloaragoneseotranto.it – www.dechiricoaotranto.it