Venerdì 1 marzo le Manifatture Knos di Lecce ospitano la presentazione del libro “La parmigiana e la rivoluzione. Elogio della frittura e altre pratiche militanti” (Stampa Alternativa) di Donpasta, ambasciatore del fritto italiano nel mondo che omaggia la cucina popolare, democratica, creativa, sana, ambientalista, festaiola, meticcia, tollerante. Interverranno con l’autore l’esperto di enogastronomia Pino De Luca, il patron di Fornelli Indecisi e curatore del volume “50 sfumature di fritto” (Lupo Editore) Pierpaolo Lala e la professoressa Rita Bortone. Seguirà un aperitivo a base di vino e frittura.
“Cucinare è un atto politico. Lo è la parmigiana di mia nonna, fatta solo in agosto, periodo delle melanzane di stagione. Può esserlo l’evitare di comprare creme fosforescenti spacciate per pappe per bambini”. Questo è l’incipit della Parmigiana e la Rivoluzione. Come John Belushi, donpasta è in missione per conto delle nonne. Dj e performer dalla buona forchetta e dalla festa assai facile, ha deciso di scrivere il suo Manifesto per una cucina militante dopo aver scoperto che l’Ilva, oltre ad aver ucciso gente, aveva avvelenato di diossina le cozze di Taranto, le migliori al mondo, che la massaia di fiducia non poteva più vendere le sue ricotte bollite in casa tra pecore e bimbi che corrono e che nelle scuole, per il compleanno dei propri figli, non si potevano più portare dolci fatti in casa.
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“Ho cercato di spiegarmi e spiegare perchè mi interessava andare in giro per prigioni, periferie, vignaioli anarchici, alla ricerca di gente che parla come mangia. Il rock’n’roll e le ricette delle nonne, i Rolling Stones e la porchetta, le fritture e il vinile, sono gli ingredienti indispensabili che uso per far festa, per resistere al “cattivo mangiare” e alle aberrazioni del mondo del cibo. Parlo della forza rivoluzionaria delle grandi tavolate, del cucinare con cura, del produrre nel rispetto dell’ambiente, del tenere la porta sempre aperta, dell’orgoglio modesto di una pasta e ceci, della genialità della tiella riso patate e cozze. Sarebbe sufficiente leggere gran parte degli arrivi di Ulisse in terra straniera, per accorgersi che le braci di agnello, la lira, il cantastorie e il vino erano li per accoglierlo. Per questo sono arrivato alla conclusione che a tavola, la forchetta, va sempre messa alla sinistra del piatto”.
«Se hai un problema… aggiungi olio» è la massima, eredità della nonna, che accompagna da sempre Daniele De Michele alias donpasta.selecter che non cucina mai piatti fuori stagione. Contrario al “fast food” è capace di impiegare dieci ore per fare un sugo come si deve e ne approfitta per raccontare storie, mentre zucchine, peperoni, melanzane fondono nell’olio. Una sorta di road movie in cui sfilano uliveti, strade di notte e mercati rionali, in un’unione di nostalgia, speranza, riflessione, dove la cucina è cultura, profondamente ancorata nella nostra civilizzazione mediterranea. Dj, economista, appassionato di gastronomia. Il suo primo progetto, “Food sound system” è divenuto un libro e uno spettacolo multimediale, in tournée in tutto il mondo dal 2004. A questo ha fatto seguito nel 2009 “Wine Sound System”. Collabora tra gli altri con Paolo Fresu, David Riondino, Alessandro Mannarino, Giobbe Covatta. Scrive per Repubblica, Left, il manifesto, Slow Food. Con Terreni Fertili organizza a Roma l’appuntamento annuale Soulfood, incontro su cibo, arte e sostenibilità ambientale. Vive a Toulouse, dove lavora al progetto United Food of Toulouse (e alle variazioni sul tema come United Food of Rome, Paris, New York).
Start ore 19, ingresso gratuito.